Gianni Brera alla Bianca

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Grande giornalismo e tortellini
alla trattoria Bianca
di Luca Bonacini

Deve essere stata un’esperienza davvero unica essere presenti, mentre Gianni Brera, davanti a gnocco fritto, tortellini, e gran bollito, raccontava l’ultima partita di calcio, intercalando cultura classica, e memorabili neologismi in compagnia di Sandro Bellei modenese purosangue. Quasi un imprimatur per lo storico locale, da parte del grande giornalista, sopraffino conoscitore della cucina regionale italiana, e raffinato gourmet. Sfogliamo dunque l’album dei ricordi, ripercorrendo la genesi di questa storica trattoria. Tutto cominciò nella lontana primavera del ’51, quando Bianca Costa Pisani dopo alcuni anni all’osteria Portora nei pressi del Teatro Comunale, aprì questa trattoria dandovi il proprio nome. Inizialmente era un posto molto semplice, ma dove si mangiava bene, si vendevano sigarette, si giocava a carte, e c’era anche il juke-box. Era sempre affollata di studenti universitari, facchini della stazione, commercianti del vicino mercato bestiame, e camionisti. “Certe notti qualcuno chiedeva anche da dormire e lo sistemavamo nel nostro appartamento sopra al ristorante”. Poi la svolta, dopo la visita del Sindaco Triva e di qualche suo ospite celebre in visita a Modena, il locale diventò di Moda. La città scoprì la Bianca, luminari della medicina, galleristi, artisti famosi, modenesi in vista, persone comuni e gente di spettacolo. “ … facevamo il dopoteatro aspettando con pazienza che gli artisti  terminassero lo spettacolo, per venire a cena. Si facevano le 4 o le 5 di mattina molto facilmente, ricordo i grandi della prosa seduti qua a cena”. Il mondo dell’automobile sportiva, divenne di casa ai tavolini della Bianca, apprezzata per essere molto diretta, simpatica e comunicativa, e dove la qualità dei piatti e la rigorosa tradizione modenese delle preparazioni è rimasta immutata fino ad oggi, anche in seguito al passaggio di consegne al figlio Enrico Tartarini avvenuto nell’80. Tra i clienti illustri viene annoverata la famiglia Ferrari al gran completo: dal fondatore Enzo Ferrari, al figlio Ingegner Piero, insieme alla signora Floriana, e alla figlia Antonella, fino a Enzo Jr. che prosegue la tradizione. Lo stato maggiore della Ferrari Automobili, da Luca Cordero di Montezemolo a Mauro Forghieri, a Jean Todt, “che nelle cene aziendali, voleva essere lui, simpaticamente a servire i dolci ai suoi”, e che invitò Beppe, nipote della Bianca, a trascorrere  una giornata indimenticabile al Gran Premio di Montecarlo. “Todt amava il nostro locale e veniva volentieri, sia con il presidente Montezemolo che con la sua bellissima compagna orientale che era stata Bond Girl  in un film di 007. Anche  l’attuale direttore tecnico Stefano Domenicali, viene da noi. Oltre ai piloti di sempre, da Lauda a Regazzoni (prima e dopo l’incidente), da Bergher ad Arnoux, fino a Schumacher. Ancor oggi abbiamo mantenuto un sodalizio sincero con molti concessionari e club Ferrari nel mondo, che spesso vengono a Modena e ci riempiono il parcheggio di bellissime e fiammanti fuori serie, prima di accomodarsi a tavola. Lapo Elkan venne a cena da noi, ricordando di quando giovane e inesperto veniva a Modena per un incarico in Maserati”. Tra i tantissimi ospiti che sono entrati per mangiare modenese, viene ricordata la simpatia di Renato Zero e i molti personaggi del cinema che impazienti di assaggiare i tanto decantati tortellini, i quadretti in brodo con i fegatini e il carrello dei bolliti, arrivavano a tutte le ore, qualche volta con indosso ancora gli abiti di scena, come fece nel ‘75 l’affascinante Claudia Cardinale, a Modena per girare “Libera amore mio”un  film sulla Resistenza del regista Bolognini, poi Roberto Benigni, Paolo Villaggio, Christian de Sica, Jean Renò. Enrico e Giuseppe Tartarini rispettivamente figlio e nipote della Bianca, rimangono fedeli alle consegne della fondatrice, continuano la tradizione, mantenendo lo stesso menù di sempre e da loro puoi trovare ancora i piatti ideati da Nonna Bianca, che poi sono la colonna vertebrale della nostra cucina: gli antipasti di salumi, e il parmigiano accompagnati da gnocco fritto fumante, i tortelloni di ricotta o i tortellini in brodo, il cappello da prete con purea di patate, e i bolliti, oppure l’arista di maiale e il coniglio arrosto, e per finire il gelato di crema con marasche calde, gli amaretti, il semifreddo alle mandorle e la zuppa inglese, il tutto innaffiato da una selezione di ottimi lambruschi.
Pubblicato sul Resto del carlino 2011

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