Una cena all’Osteria della Fefa, per ricordare Giuseppe Pederiali

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Tre anni fa a 76 anni ci lasciava Giuseppe Pederiali. I suoi amici più cari insieme a Giovanna Guidetti dell’Osteria La Fefa di Finale Emilia, hanno deciso di ritrovarsi e ricordarlo, a tavola come lui avrebbe voluto. Marinaio, tecnico informatico, speaker alla radio, giornalista, scrittore, viveva a Milano, e aveva viaggiato molto, ma portando sempre Modena con sé. Un sensibile interprete della realtà e dell’immaginifico, e un finissimo narratore, tra i modenesi famosi nel mondo, grazie alla sua umanità e alle sue opere. Oltre trenta volumi scritti con uno stile inconfondibile e un’abilità rara di tessitore di storie, tra cui “il Tesoro del Bigatto”, (che vendette 1 milione di copie), la trilogia “Le città del diluvio”, “Le avventure della Selva Bella”, “Marinai”, “l’Osteria della Fola”, “Camilla nella nebbia”, e l’ultimo “L’amore secondo Nula“, dedicato alla sua piccola cagnolina Jack Russel. Molto amato in Italia e all’estero, e tradotto in numerose lingue, aveva trovato anche tempo per vincere svariati premi letterari. Quanto alla tavola, era un ingrediente dei suoi romanzi e riportava alla sua terra, nel romanzo “La vergine napoletana”, aveva addirittura parlato di gnocco fritto e della Confraternita del Gnocco d’Oro, di cui era parte del comitato scientifico, e quando tornava a casa, non mancava di vivere profondamente il territorio anche a tavola. Era venuto anche nei mesi del terremoto, quando il dolore nel vedere la sua Finale soggiogata al terremoto, e la torre squarciata gli aveva fatto luccicare gli occhi. Un tavolo per lui alla Fefa, c’era sempre, ed è proprio Giovanna a farsi promotrice insieme ad alcuni suoi amici di una cena per ricordarlo nel ristorante di Finale Emilia, suo paese natale, dove amava rifugiarsi quando tornava. Sei suoi amici ne punteggeranno la personalità, le creazioni fantastiche, il modo di scrivere così amato, per leggere poi durante la cena i suoi racconti e parlare del libro uscito postumo: Mangiami adagio. La cena è quella che Giuseppe Pederiali definiva “Il solito” quando entrava all’Osteria La Fefa: antipasto di gnocco fritto e salumi misti; i tortellini in brodo di manzo, cappone e faraona (che diceva essere uguali a quelli che gli preparava sua madre); la tagliata di filetto di manzo con cuscino di patate; e la zuppa inglese, il tutto innaffiato con Lambrusco di Sorbara in purezza “Omaggio a Gino Friedmann”. Stasera alle 20, previa prenotazione. Brava Giovanna. Un bellissimo modo per ricordare un caro amico.

di Luca Bonacini

Pubblicato su Qn Resto del Carlino – marzo 2016

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