Cantina Settecani più sostenibile

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ragazzi in cantina

Oggi sono 200 i soci della Cantina Settecani, ma nel 1923 quando venne fondata, erano solo in 48 gli agricoltori e possidenti di Castelvetro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto che decisero di consociarsi. Una grande e operosa famiglia fatta di famiglie, posta nel cuore del Grasparossa, che si è distinta in questi anni tra le realtà vitivinicole più significative. Una compagine coesa ha stimolato la crescita, consolidando obiettivi e successi, decidendo sempre tutto insieme. Nel 2016 non sono mancati i riconoscimenti, è arrivato l’atteso Oscar della Guida Bere Bene del Gambero Rosso 2017 per l’ottimo rapporto qualità prezzo, con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Secco; la medaglia d’argento al Concorso internazionale “La selezione del Sindaco”; l’inserimento nella Guida “Emilia Romagna da bere e da mangiare” e l’ingresso nella Guida Vini d’Italia 2017 del Gambero Rosso. Ma non solo, tra i riconoscimenti di cui andare fieri, la certificazione V.I.V.A., attribuita ai vini sostenibili di pochissime cantine italiane. Un progetto del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, che grazie a DNV GL, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale, ha scrupolosamente registrato le performance di sostenibilità della storica cantina modenese. Una certificazione lunga e complessa da ottenere, nella quale ogni elemento determinante allo svolgimento dell’attività – Aria, Acqua, Vigneto e Territorio, viene esplorato in tutti i suoi aspetti, ispirandosi a un rigido disciplinare tecnico, che tiene conto di metodologie di monitoraggio, sistemi di controllo e valori essenziali nella direzione della sostenibilità. Un percorso che indica esclusivamente “i vini sostenibili” che una volta prodotti senza nuocere in alcun modo al territorio, potranno fregiarsi sulla bottiglia dell’etichetta V.I.V.A. Un blasone conquistato da Cantina Settecani nel 2016, che entra così di diritto in un club ristretto di aziende del calibro di Marchesi Antinori, Tasca D’Almerita, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Arnaldo Caprai, Guido Berlucchi, che hanno scelto la sostenibilità come valore primario. Tra gli estimatori illustri del lambrusco Grasparossa della quasi centenaria cantina modenese, non si può non ricordare il campione Gino Bartali, figura mitica del ciclismo mondiale, che vinse tre Giri d’Italia e due Tour de France, infiammando le folle per decenni, un fan assoluto di Lambrusco Settecani, conosciuto presso lo storico ristorante Zoello, mentre veniva a Modena per occasionali interventi di manutenzione alla sua Maserati 3500, e mai più abbandonato fino agli ultimi anni di vita.

filari di vite dal castello

di Luca Bonacini

Pubblicato su QN resto del Carlino – febbraio 2017

Crediti immagini: Carlo Guttadauro, Fabrizio Amorotti

 

 

 

 

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