BOTTURA & Grandi Chef

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GRANDE EVENTO di SOLIDARIETA’ per la Bassa,
grazie a Massimo Bottura e a grandi Chef
di Luca Bonacini



Massimo Bottura
ideatore dell’evento

Evento straordinario venerdì scorso con Massimo Bottura che è riuscito a coniugare i 10 grandi chef italici più rappresentativi e il gnocco di Ermes. Tanta gente ad assistere alle prodezze dei più celebri protagonisti della Nuova Cucina Italiana, capitanata proprio da chi come lui ha raggiunto i massimi riconoscimenti in Italia e nel mondo. Anomala anche la location: la concessionaria Mercedes Autotorino di Modena che inaugurava e dove per una sera, messe da parte le copie commissione, le brochures e la puntuale descrizione di prestazioni e consumi di macchine da sogno, si è parlato di solidarietà e di grande cucina, senza dimenticare le eccellenze del territorio splendidamente rappresentate dal Consorzio dell’Aceto Balsamico di Spilamberto, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, dalle Cantine Chiarli, dal Nocino Il Mallo, dall’associazione Amici di Ermes specialisti nel gnocco fritto, oltre all’azienda vinicola valtellinese Mamete Prevostini, e l’agriturismo La Fiorida.  

La nobile finalità era di raccogliere fondi per la realizzazione di residenze in housing sociale  che daranno accoglienza ad anziani e disabili nelle zone colpite dal terremoto, insieme a Confindustria Modena e all’associazione onlus  “Cancro Primo Aiuto”.

L’evento ha registrato il tutto esaurito, catturando l’attenzione di raffinati gourmet venuti per partecipare a un’inedita sinfonia di sapori che non ha disatteso, e mentre i flute con il Rosè Chiarli raggiungevano gli oltre 1200 ospiti, ecco fare capolino Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia, leader carismatico capace di passare in pochi anni dai piatti classici marchigiani e addirittura la pizza, fino alla grande cucina di ricerca, e dopo l’incontro con Adrià e il suo gelato al Parmigiano oltrepassare le convenzioni, creando nientemeno che una sua linea di specialità in barattolo; ecco i fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo del ristorante Le Calandre di Rubano, quest’ultimo il più giovane chef al mondo a ottenere la seconda stella nel ’96, a cui fece seguito la terza nel 2002, in cucina, per stabilire un rapporto profondo e quasi religioso con gli ingredienti che traduce in cibo, e il suo piatto di elezione: il risotto ai capperi e caffè, eccezionalmente scenografico nel suo sviluppo verticale; ecco Enrico e Roberto Cerea del ristorante Da Vittorio di Brusaporto, celebre fondatore  per un’infinita esperienza nella selezione delle materie prime, carmi, pesce o tartufi che fossero, con i figli che non sono da meno a cui si deve la terza stella, arrivata nella nuova sede chiamata a ragione “la Gardaland della gastronomia”, dove convivono un elegante e confortevole relais, la scuola di cucina, una pasticceria, e due ristoranti dove si è coccolati dall’inizio alla fine, con un buffet dei dolci che non si dimentica;  ecco Mauro e Catia Uliassi del ristorante omonimo, pesce freschissimo per una cucina moderna e innovativa curata nei minimi dettagli in quello che un tempo era un chiosco gremito da pescatori e portuali, e oggi è lo stabilimento balneare più gustoso d’Italia. Gusti e profumi veri come l’albanella (il vaso di vetro chiuso ermeticamente) pieno di molluschi e crostacei, o la rana pescatrice in porchetta, con il pescato che viene lavorato come si fa con le carni,  mentre in stagione c’è un divertente menù dedicato alla cacciagione; ecco Andrea Berton fino a poco tempo fa al ristorante Trussardi alla Scala, ma che inizia la sua avventura dal Maestro Gualtiero Marchesi e nei più importanti ristoranti del mondo, a Londra da Mossiman’s, a Firenze all’Enoteca Pinchiorri, a Milano da Carlo Cracco, fino a Montecarlo al Louis XV da Alain Ducasse; ecco Giuseppe Esposito del ristorante Torre del Saracino iniziato a quindici anni alla cucina delle trattorie, poi in un locale tutto suo a Marina di Seiano, e l’incontro illuminante da Vissani che gli apre nuovi orizzonti, a cui seguono le esperienze con Alain Ducasse al Luigi XVI di Montecarlo e al Plaza Athénée di Parigi; ecco Giancarlo Perbellini del ristorante Perbellini, una cucina lontana da qualsiasi forma di alchimia, fatta di riflessione e tecnica, un laboratorio dove al centro c’è il fornello, e i punti cardine della cucina sono qualità e stagionalità, con cui realizza piatti come il Wafer di branzino crudo, caprino e sensazioni di liquirizia o il caviale affumicato e zabaglione ghiacciato; ecco Davide Scabin del ristorante Kombal Zero del Castello di Rivoli, uno dei locali “culto” per la particolarità del Menù e per lo straordinario talento dello Chef, dove può capitare di trovarsi un Martello in dotazione  accanto a forchetta e coltello, per poter assaggiare una sogliola di Dover celata da un involucro d’argilla, oppure vedere apparire a tavola un ostrica virtuale da mangiare a occhi chiusi, oppure una bolla ripiena di uovo e caviale da incidere con un bisturi, e magari vedersi proporre in abbinamento alla Zuppizza (piatto che incredibilmente ha il sapore di una vera pizza napoletana) Coca Cola o birra, o ancora un Mojito all’italiana insieme alla faraona; ecco Ciccio Sultano del ristorante Duomo di Ragusa, il re siciliano delle stelle capace di esprimere un rapporto fra uomo e natura, legato alle condizioni di vita del territorio, sintesi perfetta della complessità del suo popolo, la sopravvivenza, la classe di appartenenza, le mode, l’assorbimento delle usanze dei popoli dominatori che negli anni si sono susseguiti, svincolando il ruolo del cuciniere da mero esecutore. Instancabile selezionatore di materie prime che sceglie personalmente al mercato, e ne contratta il prezzo, preferendo il Ragusano DOP del massaro di fiducia o il pesce al mercato di Catania tra pescivendoli dal volto arabo, macellai dal profilo greco, fruttivendoli normanni.
Una serata dunque all’insegna della solidarietà a cui oltre a grandi chef, promotori della tipicità, giornalisti, e clienti Mercedes, c’erano anche gli chef modenesi Giovanna Guidetti dell’Osteria La Fefa di Finale Emilia e Massimiliano Telloli dello Stallo del Pomodoro di Modena, mentre a fare gli onori di casa ci hanno pensato Roland Shell Direttore Generale di Mercedes-Benz Italia, il presidente del Gruppo Autotorino Spa Plinio Vanini, e Franco Rabino, responsabile della nuova sede di Via Emilia. Tra gli ospiti il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari, il presidente dei giovani di Confindustria Elena Salda, Maria Carafoli event manager, Andrea Grignaffini direttore di Spirito Divino, Stefano Reggiani Guida Espresso e Spirito Divino, e l’assessore di Ronco Fritto Paolo Cevoli che ha dato un tocco di umorismo al gremito evento. 
un cospicuo assegno andrà alla Bassa per beneficenza
L’incredibile sequenza dei piatti :
Berton:
“Carne cruda con crema di manzo e amaranto croccante”
Scabin:
“Vitello Tonnato alla maniera antica”
Perbellini:
“Linguine alla carbonara d’estate”
Esposito:
“Cuore di Bue”, limone candito, calamaretti e provola affumicata
Alajmo:
“Minicappuccino di Seppia”
Cerea:
“Le dolci selezioni delle nostre torte”
Sultano:
“Cannolo di ricotta “cche manu”, cioè va mangiato con le mani”
Cedroni:
“Polentina ai frutti di mare un po’ cotti, salsa al prezzemolo”
Bottura:
“Tortellino tradizionale di Castelfranco Emilia cotto nel brodo e servito su una crema di Parmigiano Reggiano in purezza”
Uliassi:
“Fritto di alici calamaretti tandoori e maionese al lime e zucchini”

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