In Cantina, l’Enoteca nel Ghetto

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In quel reticolo medievale di vie e viuzze, collocato tra via Zamboni e via Oberdan, così caratteristico e vivo, un’insegna bolognese rinnovata da pochi mesi, che non fa rimpiangere le osterie di ieri, tanto celebrate da Francesco Guccini. “Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta…”, cantava Guccini negli anni settanta riferendosi a quei luoghi della condivisione, come l’Osteria Da Vito, l’Osteria dei poeti, l’Osteria delle Dame, che grazie anche alla presenza dei cantautori emiliani sapevano attirare a sé persone di tutti i ceti sociali, un approccio semplice e vero, spesso costruito sul gestore, che con la sua personalità e la sua schiettezza sapeva sempre cosa dire e cosa consigliare. Tuttavia se alcuni dei locali che hanno caratterizzato la formazione di generazioni di giovani, hanno ormai chiuso irrimediabilmente la saracinesca, altri aprono con l’intento di dare il loro contributo alla vita della citta, i centri storici non possono essere qualificati come tali se non sono capaci di esprimere quell’ampio e variegato tessuto di insegne, che assolve ad una ben precisa funzione sociale. Ed eccoci in via Del Carro, una piccola strada che come ricorda Giovanni Zanti nella sua guida, fino al 1600 era denominata via Belcarro, forse perchè vi aveva sostato per lungo tempo un grande carro finemente decorato, dove al civico 9 nel novembre 2022, ha aperto “InCantina – Enoteca nel Ghetto”. Un quartiere indissolubilmente legato alle vicende spesso dolorose della Comunità ebraica bolognese, messa al bando nel 1569, per poi essere riammessa e nuovamente respinta nel 1593. Un’area oggi allegra e frequentata di giovani e meno giovani, dove si respira l’atmosfera dotta e spensierata della più antica città universitaria del mondo, che non ha dimenticato il sacrificio del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002, oggi ricordato con una piazzetta a pochi metri, tra via dell’Inferno e Piazza San Martino. Un quartiere particolarmente denso di piccoli e grandi locali, che ora si accende di una nuova insegna: “InCantina – Enoteca nel Ghetto”, un progetto gastronomico di Enoteca Regionale Emilia Romagna in collaborazione con il Gruppo Dozza Eventi, realtà che promuove e valorizza cultura, turismo e tradizioni gastronomiche del territorio. «Siamo molto soddisfatti di aver aperto la prima enoteca “InCantina” nel capoluogo della nostra regione, sotto le torri simbolo di una terra che vanta il primato dei prodotti agroalimentari di qualità del mondo – dichiara Davide Frascari, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna – È un progetto nato dalla sinergia fra Enoteca Regionale Emilia Romagna e Dozza Eventi, dalla voglia di abbinare cibo-vino e cultura di una regione che rappresenta, a seconda delle annate, la seconda o la terza per produzione vitivinicola del nostro Paese. Un Paese che è la prima nazione al mondo per la produzione enologica. Negli ultimi anni Bologna ha registrato il maggior incremento di visitatori stranieri tra le città italiane e noi abbiamo la responsabilità di fare conoscere il frutto della terra e gli straordinari abbinamenti alle nostre ricchezze alimentari. I 240 soci di Enoteca sono pronti ad affrontare, in sinergia con Dozza Eventi, questo nuovo progetto». Pochi gradini e si entra in un ambiente caldo, accogliente, ben arredato, con tavolini in legno tutti diversi, oggetti d’epoca, scaffali alle pareti ottenuti da vecchi cassetti di un comò che contengono bottiglie e un grande banco in mattoni. La proposta inizia con aperitivi, bicchieri di vino e cocktail con stuzzichini e prosegue con una cucina corretta, fatta di piatti ispirati alla semplicità e ai sapori di ieri della tradizione romagnola, ma senza rinunciare alle specialità di altre regioni d’Italia. Espressioni ad alta identità territoriale come la morbida e fragrante piadina (anche vegana), ben assortita a sontuosi taglieri di prosciutto crudo, mortadella, salame campagnolo, coppa, salame rosa, formaggi e giardiniere, per proseguire con cannelloni di magro (notevoli), pappa al pomodoro, lasagnette al ragù e ancora, seppie e piselli (superlative), polpette in umido, ribollita di cavolo nero, gelato alla crema con amarene. Il servizio è solerte, gentile e in armonia con la cucina, mentre la cantina è focalizzata in particolare sulle produzioni vitivinicole regionali, con oltre 1000 etichette del territorio. «Il progetto bolognese ogni sera, registra il tutto esaurito. – spiega Davide Arcangeli, Amministratore del Gruppo Dozza Eventi – Bologna è una piazza difficilissima per la forte concorrenza e per un pubblico esigente, abituato a mangiar bene e che giudica anche la capacità di saper accogliere ma ciò non ci ha mai preoccupati, alla luce della lunga esperienza nella ristorazione. Dal lato dell’offerta enogastronomica, poi, siamo abituati a privilegiare la qualità degli ingredienti che è un ottimo punto di partenza mentre per i vini, la presenza di un partner come Enoteca Regionale Emilia Romagna è una garanzia di eccellenza e vicinanza al territorio».

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Tagliere e piadina

Ribollita di cavolo nero

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www.facebook.com/incantinabologna

A cura di Rita Giani

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