Il drink dell’Ammazza Vampiri

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Vampiri in salsa modenese
di Luca Bonacini
La scuola modenese mistery degli ottimi Pederiali, Barbolini, Guicciardi, Valentini, si è arricchita da qualche tempo di un talentuoso e ameno scrittore che a giudicare dalle vendite e dalle gremite quanto coreografiche presentazioni, ha raggiunto una consolidata notorietà nel panorama della letteratura horror. Il modenese Claudio Vergnani grazie al volume “Il 18° vampiro” uscito nel 2009 con i tipi della Gargoyle di Roma, è in poco tempo diventato l’idolo degli appassionati del genere. La copertina di Carlo Guidetti raffigurante una Ghirlandina ancora celata dal telo, su cui incombe una nuvola ostile, è di monito al lettore, qualcosa di terribile accadrà nelle pagine che seguiranno. Una Modena su cui grava, dunque, un’orribile minaccia, il male è alle porte, e un’antica dinastia di pericolosi vampiri vorrebbe impadronirsi di essa, un abile tessitura che non concede mai momenti di tregua, un ritmo incalzante che alterna duelli notturni, (manco a dirlo) all’ultimo sangue, a cacce spericolate contro le forze del male, nei casolari della campagna modenese.
Anche la Modena più antica è teatro di indagini, pedinamenti, fughe: piazza Grande, Largo Garibaldi, piazza Roma, via Ciro Menotti, e mentre i signori della notte succhiano il loro solito cibo preferito, gli eroici ammazza vampiri trovano volentieri tempo per rifocillarsi nei locali modenesi, in un improbabile tour noir a base di delizie geminiane e non solo: white Russian e screw driver bevuti al Caffè dell’Orologio, prima che la città venga assediata e il gestore chiuda i battenti per fuggire altrove; una colazione al baretto dei giardini pubblici, per congegnare un piano; un Negroni al bar Manà di via Castellaro in attesa che accada qualcosa di terribile; cornetto e cappuccino al Gran Caffè di piazza XX settembre, ammirando la Ghirlandina, durante una tregua; tortelloni alla trattoria Cervetta prima di entrare in azione; mentre per prepararsi allo scontro finale, sono necessari maccheroni al pettine con sugo di lepre, filetto di vacca bianca modenese, patatine, e Montenegro, in una ben nota locanda della nostra montagna. Brividi assicurati anche nel terzo capitolo della saga di Vergnani, da poco uscito: “L’Ora più buia”, decisamente un piccolo capolavoro di letteratura horror che difficilmente vi concilierà il sonno, ma che merita un’attenta lettura, e che diverte. Una Modena molto diversa dalla città rassicurante e piaciona che conosciamo, una Modena spaventosa e gotica, in balia del male ma che poi saprà difendersi e reagire.
Pubblicato su Resto del carlino 2011

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