CRACCO e i TARTUFI : CAUSA VINTA

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CONTO SALATO 
MA
ERANO TARTUFI
di Paolo Marchi
“Non basta il tartufo per un conto da 4.140 euro”, così si legge nel sommario di un pezzo pubblicato sulla Stampa il 4 febbraio 2009. Invece bastava, eccome se bastava anche perché non si trattava di un paio di grattate su due uova al tegamino, ma di tre etti o di 300 grammi se vi suona meglio, di Tartufo Bianco d’Alba, costo al grammo 10,9 euro per un totale di 3.270 euro. A questa voce vanno aggiunti 4 menù degustazione, altri 460 euro, 4 aperitivi (80 euro) e il vino, due bottiglie, 180 la prima, 30 in meno la seconda. Totale, per l’appunto, 4.140 euro. Tutto questo a cena il 13 dicembre 2008 al Ristorante Cracco in via Hugo a Milano, serata finita con l’arrivo dei carabinieri e le querele nei giorni a seguire.
Certo, possiamo discutere fino alla noia attorno alle cifre in sé. Io, ad esempio, tre etti di pepite albesi o me li regalano o nisba perché, come tantissimi, non posso permettermeli, però non è questo il punto. Le parti si sono ritrovate non solo sui giornali, ma anche in tribunale e alla fine hanno raggiunto un accordo che dà ragione a Cracco, transazione che a luglio il giudice ha fatto sua chiudendo il caso. Allo chef la soddisfazione di vedere riconosciuta la sua buonafede, ai clienti, che immagino siano da tempo ex clienti, l’obbligo di saldare il conto. Hanno ottenuto un piccolo sconto, 140 euro per una cifra conclusiva di 4mila. La morale: se vuoi fare il fenomeno devi averne la statura, altrimenti fai la fine della rana di Fedro. Però, prima sbatti il mostro in prima pagina, poi si vedrà. Quanti tra un po’ si ricorderanno che Carlo aveva ragione? Pochi, ancora meno di quanti lo sapranno.
Credits Paolo Marchi di Gola

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