IL VINO DI BENETTON

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VILLA MINELLI: I
VINI DI BENETTON
“NON FAREI MAI UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA SUL VINO
PARLANDO DI VINO. MA ASSOCIANDO IL BRAND AD ALTRO, A QUESTIONI SOCIALI, PER
ESEMPIO, COME ABBIAMO FATTO CON LA MODA”. LUCIANO BENETTON, ARRIVERÀ A
SETTEMBRE SUL MERCATO ENOICO CON “VILLA MINELLI”
‘‘Non farei mai una campagna pubblicitaria
sul vino parlando di vino
. Ma associando il brand ad altro, come abbiamo
fatto con la moda’’. Luciano Benetton,
dalla moda alla Formula Uno al mondo del vino Tra le pubblicità shock contro
problemi importantissimo come razzismo, omofobia o anoressia, firmate da
Oliviero Toscani, che hanno reso celebre il marchio Benetton nel mondo, e le auto della scuderia di formula 1 portata
in trionfo con Flavio Briatore al timone e Michael Shumacher al volante, nel
1994 e 1995
, da Villa Minelli, a Ponzano Veneto, quartier generale della
famiglia trevigiana, tra i nomi dell’imprenditoria italiana di maggior successo
nel mondo, parte la nuova avventura
enoica di Luciano Benetton
, il fondatore del gruppo.
Con
un linea di vini, a marchio Villa Minelli, che debutteranno sul mercato a
settembre, con una produzione che non supererà le 50.000 bottiglie, e un prezzo
franco cantina più che popolare, sui 5,50. Ma che si tratti di abbigliamento o vino, la filosofia produttiva e
comunicativa di Benetton non cambia.
“L’esperienza che ho fatto in azienda,
a livello di comunicazione, è stata importante – spiega a WineNews.tv Luciano
Benetton – non avevamo mai immagini o prodotti nelle campagne promozionali,
parlavamo di problemi sociali, piuttosto. Parlare di prodotto, anche nel vino,
può essere complicato, perché ci possono essere sempre delle
“controindicazioni” da Paese a Paese. Io non farei mai una campagna sul vino
parlando di vino, dovessi far conoscere il marchio parlerei di altre questioni,
sociali o di altro tipo, ma non di prodotto”.
Una lezione di
comunicazione, quella di Benetton
, che dall’alto della sua esperienza e del
suo successo può permetterselo, a cui ne segue una di umiltà: “uno che produce,
qualunque prodotto, non è da solo: c’è il mercato, ci sono i consumatori che
vanno ascoltati, rispettati, e quindi si deve essere seri prima di tutto, fare
un vino etico, senza trucchi. Noi arriviamo nel mondo del vino non avendo, in
questo contesto, chissà quale tradizione o carte importantissime da giocare. E
anche per questo è giusto essere corretti, e partire con i piedi per terra. A livello globale vedo che il vino è sempre
più presente in ogni area del mondo
, anche dove ci sono tradizioni diverse,
e l’Italia ha un grande ruolo. È una carta importante da giocare per il paese.
È un mondo che mi affascina perché capisco che è una cosa importante non solo a
livello simbolico o d’immagine, ma anche economico e di bilanci di aziende,
come accade per il turismo, mi piace l’idea è di essere partner di questo
mondo. Dobbiamo stare attenti, essere seri anche per le esportazioni, fare
prodotti buoni e avere la pazienza per crescere”.

Crediti | Link : Wine News

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