Si cena in “Casa di Cura”, con gli chef JRE

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C’è un gran bisogno di iniziative che scaldino il cuore, e ci avvicinino a chi ha necessità di un aiuto. Ognuno può farlo, mettendo a disposizione semplicemente la sua sensibilità o le proprie competenze, non servono manifestazioni eclatanti, bastano piccoli gesti, che fanno capire che ci siamo. Gli chef JRE – l’associazione internazionale di giovani ristoratori, guidata in Italia da Luca Marchini, chef e patron del ristorante l’Erba del re, di Modena – ha scelto di dare una mano mettendo in campo la propria creatività, e lo ha fatto portando un pò di allegria e bellezza, in un luogo del dolore. Una flotta di professionisti, che si riconoscono nel motto Never-Ending Passion (passione infinita), che in Italia conta 89 associati, e in Europa 350 ristoranti e 160 hotel, che ha scelto undici dei propri associati per dimostrare che si può anche cucinare in Casa di Cura, e lo si può fare facendo venire l’acquolina in bocca agli ospiti. Obiettivi alti, e iniziative che sostengono cause nobili e guardano all’uomo, insieme a talento, passione, attenzione ai prodotti locali, e tutela della cucina tradizionale italiana ed europea, caratterizzano l’attività dei JRE. E nascono progetti come EAT, realizzato con la collaborazione dei nutrizionisti della Casa di Cura La Madonnina di Milano, del Gruppo Ospedaliero San Donato, per rendere i pasti quotidiani della struttura, più allettanti. Un progetto promosso dalla Fondazione del Gruppo ospedaliero San Donato, che pone tra i suoi obiettivi lo studio delle abitudini della popolazione in particolare giovanile, e il miglioramento della qualità della vita, e la creazione di piatti in linea con le indicazioni dei nutrizionisti, ma lasciando ampio spazio alla creatività. “Sono entusiasta del risultato di questa importante collaborazione – ha dichiarato Filippo Saporito, consigliere di JRE Italia – che ha fatto crescere anche noi, mettendoci alla prova con forti vincoli sui condimenti, il sale e lo zucchero e spingendoci a cercare grande intensità nei sapori, soprattutto vegetali”. La rassegna, che ha coinvolto undici chef JRE, e si è conclusa con Valerio Centofanti, nei mesi precedenti ha visto la partecipazione di Aurora Mazzucchelli del Ristorante Marconi, Alessandro Del Degan de La Tana, Nicola Fossaceca del Metro, Silvio Battistoni del Ristorante Colonne, Fabrizio Ferrari de il Porticciolo 84, Filippo Saporito de La Leggenda dei Frati, Deborah Corsi de La Perla del Mare, Tommaso Arrigoni di Innocenti Evasioni e Piergiorgio Siviero del Lazzaro 1915. Nella cena conclusiva il 9 maggio a Milano, lo chef Valerio Centofanti, JRE de L’Angolo d’Abruzzo di Carsoli, ha preparato un antipasto di baccalà a bassissimo contenuto di grassi, un risotto mantecato all’olio extravergine e un dessert a base di ricotta e amarene con solo 194 kcal, un menu che ha tenuto conto del regime dietetico del particolare contesto, e ha creato una successione di piatti leggeri e bilanciati che nulla hanno tolto alla piacevolezza organolettica, e all’armonia gusto olfattiva, che deve esprimere una ricetta gastronomica. Intanto, prosegue l’innovativa gestione del ristorante posto all’interno della Casa di Cura La Madonnina di Milano, con una carta di proposte giornaliera e un menù degustazione, in linea con le indicazioni alimentari, e la filosofia salutista e di piacevolezza del progetto EAT. Si preparano 15000 pasti all’anno per i degenti, i parenti e il personale, ma da due anni il locale è fruibile anche dal pubblico esterno, grazie a un ingresso indipendente. “Siamo convinti che il progetto abbia una grande valenza – ha sottolineato Pietro Nodari AD di Food & Wine, la società che gestisce tutta la ristorazione all’interno del Gruppo Ospedaliero San Donato – in termini di consapevolezza e sostenibilità nell’alimentazione quotidiana”. Daniela Ignaccolo, biologo nutrizionista nel Comitato Scientifico del progetto EAT, ha poi messo in luce il carattere innovativo del progetto affermando che “Lo chef offre non solo cibo ma anche nutrimento. Con solide basi scientifiche e i principi di EAT si fa un’opera di vera e propria educazione alimentare e prevenzione, perché in fondo il cibo è medicina”. Un’educazione al cibo che ben si concilia con chi ha patologie più o meno gravi, ma è utile anche per chi è in piena forma o è in giovane età, formando le coscienze e aiutando a creare un approccio positivo  nei confronti del cibo e del vivere quotidiano. Il vicepresidente del Gruppo Ospedaliero San Donato, Marco Rotelli, affermando che sono allo studio altre iniziative in collaborazione con JRE Italia ha dichiarato: “Voglio ricordare l’impegno profondo e rigoroso del team dei nutrizionisti che hanno accolto con solerzia e fermezza questa sfida. Il risultato finale ci premia”.

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www.jre.eu/it

di Luca Bonacini

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