A Carpi (Mo) c’è un isola di cultura gastronomica e solidarietà, capace di restituire al territorio valori e buona cucina. Didattica di livello, corpo docente competente, capacità di intraprendere e di indirizzare gli allievi nelle migliori realtà ristorative e alberghiere perché completino l’iter formativo e colgano opportunità lavorative, caratterizzano l’offerta formativa di primissima qualità delle scuole alberghiere modenesi. Tra queste l’Istituto Nazareno di Carpi, che brilla per una particolare attenzione al sociale.
La missione di preparare chef, sommelier e camerieri di domani, iniziata da Don Ivo Silingardi negli anni cinquanta e oggi proseguita con successo dal direttore Luca Franchini, è stata per decenni l’unica via possibile per molti ragazzi oggi affermati professionisti. Giorno dopo giorno grazie all’impegno di tanti, il Nazareno è diventato un punto di riferimento con una proposta formativa attenta alle necessità del mondo del lavoro e una consolidata reputazione, conservando sempre un approccio umano, che guarda alla storia personale di ognuno, mettendo al centro l’individuo e le sue diversità. La qualifica professionale di operatore della ristorazione conseguita dopo due anni di frequenza è il “cuore” dell’offerta formativa ma si organizzano anche corsi per appassionati di cucina, barman, sommelier, insieme a un’intensa attività di eventi e iniziative. Il Nazareno non è solo una scuola e lo si capisce se si ha occasione di pranzare nel refettorio insieme agli allievi e ai docenti, un privilegio che ebbe anche Papa Francesco in occasione della visita a Carpi del 2 aprile 2017, dove i tortellini in brodo di cappone, l’arrosto di maiale, i tortelli dolci al Savor e l’immancabile Lambrusco, accolsero al meglio il Pontefice, ma non fu l’unica volta, era già accaduto in vaticano a metà degli anni ‘80, in occasione del pranzo di Natale di Giovanni Paolo II.
di Luca Bonacini
Pubblicato in versione ridotta su QN Resto del Carlino – luglio 2019